Ti sei mai trovato ad affrontare conversazioni dove un interlocutore ti mette in bocca parole che tu non hai MAI nemmeno pronunciato?
Oppure altre in cui, nonostante gli sforzi immani “per farti capire”, chi ti sta davanti finisce sordamente per subentrare nel tuo discorso e farlo “epilogare dove vuole lui”?
E cosa dire dello “sguardo disgustato” di uno sconosciuto…? Una persona che non hai mai visto prima e che per “qualche misteriosa ragione” VEDE IN TE lo spettro di qualche suo problemino??
Sono tutti esempi che, in effetti, hanno a che vedere con il “giudizio”!
E’ vero, a livello comunicativo la sua presenza complica e di “non poco” il flusso armonioso delle informazioni… lo scambio continua a subire “intoppi” per incomprensioni e le reazioni personali finiscono spesso per scaldare un po’ troppo gli animi o congelarli!
Ma, assodato questo, “siamo davvero sicuri che si tratti della fonte di tutti i mali”?
In alcune visioni orientali, il “male che genera gli altri” viene chiamato “male bollato“! A voler significare che qualora si tentasse di estirparlo, si rigenererebbe comunque di continuo…
Non solo… a voler “attaccare il male con il male”, si finirebbe solo per “affilarne le punte” e renderlo più pericoloso… da qui una delle massime più gettonate:
“Per sconfiggere veramente il male è necessario progredire costantemente verso il bene”
Esiste inoltre un “sottile filo conduttore” che caratterizza in genere la visione asiatica: tutto ciò che “rappresenta un blocco o l’impedimento ai flussi vitali” è “fonte di male”!
Alcune filosofie, come la “macrobiotica”, considera ad esempio l’arroganza al settimo livello di malattia su 7! Più grave anche del cancro!!
Nella logica che utilizza, ci si spinge ad un’affermazione così forte in quanto l’arroganza rappresenta esattamente “l’emblema” dell’impossibilità di cambiare… La “malattia dell’atteggiamento” che genera di conseguenza gli altri livelli!
Un concetto “digeribile” solo a chi possiede quantomeno i rudimenti della Medicina Tradizionale Cinese… ma non volendo uscire troppo dal tema, ne riparleremo in un altro articolo…
Quel tipo di cultura e filosofia, pur essendo in effetti molto distanti dai nostri, toccano alcuni “tasti” riconoscibili anche dalle nostre orecchie…
Proviamo a rifletterci insieme…
“Tecnicamente”, cos’è il giudizio? (fonte: dizionario web)
- L’attribuzione di un oggetto a una categoria (oggettiva o soggettiva), espressa mediante il rapporto di due concetti.
A mio, a tuo (ecc.) giudizio, secondo me, te, ecc.- La capacità individuale di valutare o definire.
Soprassedendo quindi al significato relativo alla giurisprudenza, alla luce di questa definizione, in che modo sarebbe fonte di tutti i mali?? (escludendo la distorsione comunicativa accennata all’inizio)
Ci ho provato, riprovato, e riprovato ancora… MA NULLA!
Pur avendo seguito corsi e seminari, mi sono costantemente trovato d’innanzi a qualcosa che finiva ad un certo punto per “richiedermi una sorta di atto di fede“… qualcosa in cui “dover” CREDERE per tener in piedi delle spiegazioni che frustravano profondamente la mia “sete di comprensione”!
Ero considerato per questo una sorta di CALIMERO della situazione… un “pulcino diverso dagli altri, tutto brutto e nero e con sto guscio sulla testa che evidentemente LA SCHERMAVA DALL’ILLUMINAZIONE COLLETTIVA”…
Dal mio punto di vista, con molta franchezza e mantenendo la metafora “televisiva”, mi sentivo più che altro come uno dei 3 ragazzi del film SIGNS… che per non far accedere gli extraterrestri al proprio cervello, si erano costruiti una sorta di elmetto protettivo casalingo con la carta stagnola!!!! ^_^
L’unica cosa infatti che ne “usciva”, era una semplice dislocazione dell’oggetto di qualche credenza!
Un po’ come sostenere di “essere diversi” in quanto crediamo a Tizio invece che a Caio!!
Il fatto di “continuare a credere”, ci rende afflitti dallo “stesso problema”!! Punto.
Per essere “realmente diversi”, invece che credere dovremmo spingerci a “comprendere”!
Parafrasando il concetto di “male” in chiave orientale, qualcosa inizia improvvisamente a “puzzare” mano a mano che mi avvicino al concetto di “credenza”.
Senza immergersi in abissi tecnici, possiamo sostenere che quando crediamo la nostra mente “fissa” qualche informazione? CERTO!
Se la fissa “non si muove più” (a meno che non sia anche in grado di “gestirne autonomamente” i processi legati a questo tipo di “sensazione”!)
Se non si muove, si presenta il male! …della mente per l’appunto…
Assodato questo, riprendiamo in mano il discorso “giudizio”…
Quando attraverso un’adeguata conoscenza e considerando un contesto specifico si esprime un giudizio, ci vedi veramente “qualcosa che non va”?!?!?
IO NO!
Anzi… la vedo come “condizione necessaria” per poter esercitare una “libera scelta” o un “libero ragionamento”, utilizzando la facoltà di raziocinio di cui, come esseri umani, siamo dotati!
Il casino INSORGE quando “il giudicare” avviene PRIMA o SENZA conoscere i fatti e riferirsi ad un contesto chiaro e condivisibile!
In tal caso non si tratta di “giudizio”, ma di PRE-GIUDIZIO!
In sostanza, mi sento autorizzato ad “indossare i panni del giudice”, presumendo di conoscere i fatti a sufficienza, ma senza essere consapevole dei “parametri di giudizio” offerti dal riferimento ad un contesto specifico! Per presunzione insomma…
La situazione sfiora il “paradossale” quando alla presunzione viene in supporto l’ARROGANZA… in questo caso si ritiene internamente (si è convinti=forte credenza) di non aver bisogno di sapere… quasi si fosse portatori di incarico “divino”… i famosi DIO IN TERRA!
Non voglio “tirar in ballo ora la RELIGIONE”, tuttavia, fossi in te, una serie di “ragionamenti” tenterei di coltivarli… ma è semplicemente un “suggerimento”! 😉
Va da se, che questa sorta di “malattia”, non è tanto legata al “giudicare”, ma alla CONVINZIONE INTERNA di essere un DIO… al di sopra delle “necessità umane”!
In altre parole, se “non si vive credendo”, non si è “vulnerabili a questo tipo di personalità deviate”…
Esse stesse finiscono “vittima del loro modo di vivere”, e se il livello di arroganza non raggiunge vertici divini, normalmente “CI PENSA LA VITA” a riportare gli “afflitti” coi piedi per terra…!
Ma se “malauguratamente” si vive in funzione di ciò che si crede, si possono manifestare SOLO 3 SITUAZIONI:
- SINTONIA (si crede alla stessa cosa!)
- CONFLITTO (si crede a qualcosa di diverso ma l’interesse è comune!)
- IPOCRISIA (si crede a qualcosa di diverso ma non vi è nessun interesse comune!)
In ogni caso, si è “toccabili dal male”… Non ci si scappa… (a meno che non si scelga di calcare la “via della comprensione”… quella VERA! …trasformando l’ipocrisia in una scelta consapevole…)
Riassumendo, se si vuole estirpare “il male” è necessario “comprendere ed imparare a gestire autonomamente e consapevolmente i processi delle credenze”!
IL GIUDIZIO “NON CENTRA”!
Ti dirò di più… quando una persona “pratica lo sport del giudice”, dice di se molto di più di quel che gli possa domandare…!
Per il semplice fatto che, osservando “un qualcosa di comune”, esprimendo la sua sentenza, senza neppure “una domanda”, ti rivelerà qualcosa delle sue convinzioni!
Se sviluppi “l’arte dell’ascolto”, ne potrai ricavare “cosa stà pensando, come pensa e con un pizzico di fortuna anche il PERCHE’!!!”
Ali abili linguisti e mentalisti, per esempio, sfruttano queste dinamiche!!!
Le conoscono e possono servirsene!
E NON SONO GLI UNICI…! …ma come ti o detto, non intendo parlar di religione in questo articolo! 😉
Concludendo…
…mentre il concetto di “giudizio” dovrebbe avere a che fare con il senso di “giustizia” o di equità, quando presunzione ed arroganza ne divengono “fedeli servitori”, ha luogo lo scempio dell’intelligenza umana…
Desideri veramente “ripulire” la tua mente dal VERO COLPEVOLE?
Lascia perdere il giudizio, e “concentrati sui servitori”!
Umiltà e Comprensione ne sono l’antidoto! La verde cryptonite se son diventati forti come superman… o l’aglio se li vedi come VAMPIRI DEL TUO BENESSERE!
Buona riflessione 😉
– Sergio –
2 pensieri su “Estirpare il giudizio …”si tratta realmente della PANACEA di TUTTI I MALI??””
Letto ,riletto, stra-riletto…..
da mercoledi i termini ricorrenti nella mia vita sono stati umilta’, consapevolezza e anche arroganza….giudicata non piu tardi di oggi….Lasciamo stare i motivi …cacchio mi chiedo io tutti sti termini me li sento addosso non ce ne’ma non sento che fanno parte del mio intimo IO e osservo da lontano…. e tu scrivi…..
“Per essere “realmente diversi”, invece che credere dovremmo spingerci a “comprendere”!”
bene anzi benissimo allora la domanda che ti faccio e’
come posso sentirmi leggera se non so’ come’ sentirmi pensante? ( faccio taj con i pesi a casa ecco e’ stata una figata mondiale pero’ forse ce’ stata ” arroganza ” da parte mia nell’esperimento ma non mi sono sentita spinta a comprendere da te , cioe’ ,che tale arte spinge in altra direzione io penso di averlo capito manon compreso perche’ io ho bisogno di sperimentare e’ nella mia natura …..mi spiego….
e poi
perche’ devo essere diversa per essere normale?
Ti ripeto io non sono brava nel parlare forse ce’ tanto da dire o forse no……
sicuramene rileggero’ altre 60 volte questo splendido articolo che e’ tutto mio.
Grazie Sergio ci vediamo domani ….notte.
Ciao Maura!
In effetti forse parlando di persona ci riesce più facile di capirsi… fatico a seguire il “filo” del tuo commento… 😉