Sarà l’effetto de La Repubblica di Platone che mi sono deciso a leggere, ma in questo periodo finisco spesso per visualizzare conversazioni tra filosofi!
Ammetto che Socrate, con le sue domande asfissianti, inizia a starmi un po sulle palle, tuttavia… non posso che rimanere affascinato delle interazioni tra due menti particolari.
La domanda che tuttavia mi assilla è:
“Siamo sicuri di essere in grado di comprendere veramente ciò di cui parlano???”
Una personale passione sull’argomento “MOTIVAZIONE”…
Sono ormai 30 anni che mi dedico allo studio delle dinamiche umane, parte del quale è stato letteralmente rapito da tutto ciò che gravita attorno al concetto di motivazione.
Ragione per cui, ogni volta che mi imbatto nella frase “ciò che non mi uccide mi rinforza”, strizzo inevitabilmente l’occhio al caro Friedrich!
Solo ultimamente, l’efficienza con cui metto intimamente in discussione i concetti che “ritengo importanti”, si è arricchita di questi improbabili dialoghi che vedono come protagonisti alcune delle menti più brillanti della storia
Una sorta di pippone trasversale sulla linea temporale, che tuttavia mi regala spunti molto interessanti.
Forse è il periodo particolarmente difficile che sto attraversando, o forse “l’effetto filosofia” che solo da qualche anno ha iniziato a far parte della mia esistenza.
Di sicuro, trovo una certa inconsueta soddisfazione nel dar vita a confronti tra motivatori e filosofi con cui sono entrato in contatto.
Due figure apparentemente in opposizione, ma che scorgo collegate da una sorta di cordone ombelicale…
Tiro alla fune…
In effetti, il collegamento c’è… non proprio ombelicale, ma c’è!
Vediamo di voler impiegare una visione “inclusiva” (particolarmente di moda, ma incompresa, nella società attuale) e prendere atto di questa particolare dualità.
Da un lato, il pensiero filosofico… tendente all’inconsistente ma particolarmente in linea con l’arte dell’adattamento.
Dall’altro, il pensiero motivazionale… rivolto al concreto ed alla praticità dei risultati tangibili e misurabili.
I dilemmi non sono certo qualcosa di “mentalmente piacevole” da affrontare, tuttavia, se processati in modo opportuno, riescono a trovare sbocco sia in ambito di “scelte” (a 3 vie) che di “decisioni” (a due).
Chi riesce a far danzare filosofia e concretezza può garantirsi un certo vero e proprio spettacolo!
Origliamo la conversazione tra Friedrich e Charles…
Le due figure in apertura articolo, si riferiscono a Friedrich Nietzsche e Charles Darwin… (se sei saltato sulla sedia e ti è partito l’embolo per commentare in preda ad una viscerale missione di correzione, rilassati!!!! Se invece, da perfetto allocco hai associato le due figure a Socrate e Platone senza minimamente metterti in discussione, beh… sveglia!!!!)
Le ho scomodate perchè, come dicevo nel preambolo, durante i “periodi difficili” si generano dinamiche che trovo mooooolto interessanti… ma che spesso temo che non vengano comprese in modo corretto.
“Tutto ciò che non mi uccide, mi rinforza…”
Quante volte abbiamo sentito ripetere queste parole?
Ci siamo mai fermati ad indagare veramente cosa ci sia dietro?
Chi le pronuncia?
La sua condotta pratica?
Il suo stato emotivo?
Quello psicologico è veramente orientato in quel modo aderendo al principio espresso?
…o più per una questione di inconsapevole ed intimo bisogno?!?
Ma soprattutto:
“Siamo veramente certi che, ciò che non ci abbatte, ci rinforzi”?!?!?!
Nel mio personale dialogo tra Friedrich e Charles, ci scorgo qualcosa di interessante…
Da un lato si esprime la motivazione autenticamente orientata al concreto… (O una mera considerazione partorita da semplice orgoglio e incapacità di accettare una sconfitta?!?)
I filosofi, di solito ci vanno a nozze con sti pipponi!!! … ma poi si zittiscono mestamente quando “parlano i fatti veri e propri”!
Analogamente al concetto espresso da Nietzsche, circolano anche “frammenti parziali” di storie che arrivano dalle filosofie orientali… tipo:
“Periodi difficili, creano uomini forti”…
In realtà si tratta un estratto decontestualizzato dalla storia integra:
“I tempi difficili creano uomini forti, gli uomini forti creano tempi facili. I tempi facili creano uomini deboli, gli uomini deboli creano tempi difficili”.
La matrice del racconto è sicuramente focalizzata al concetto di “ciclicità” tipica delle filosofie TAOISTE orientali, ma come spesso accade, per fini mediatici, si tende un po’ troppo a specularci sopra.
(se sei curioso puoi leggere qualcosa in più cliccando QUI)
OK! ..ma Darwin?
Ed eccoci al mio bizzarro dialogo con il capostipite della famosa teoria evoluzionistica.
Nella mia immaginaria discussione, mentre Friedrich se ne esce con la sua “spinta psicoemotiva”, il Charles smorza immediatamente i toni, gettando una bella secchiata di acqua sul fuoco:
“Direi che non fortifica proprio nulla… eventualmente SELEZIONA!”
E come non prendere in considerazione tale differente prospettiva…
“Le difficoltà che non ci uccidono… siamo proprio sicuri che ci rafforzino?!?!?!”
Perchè se mi guardo intorno, direi che la società non sia certo formata da persone forti, anche se molti SI CREDONO “invincibili”!!!
TUTTAVIA, se vado a contestualizzare alla visione ciclica in ambito sociale, ecco comparire il “cordone ombelicale”… la corda che collega le due visioni:
Penso che quando la vita “si fa dura”, avvenga una semplice “selezione Darwiniana” tra chi in quel momento esprime un potenziale latente in contrapposizione con l’evento, e chi non lo fa…
C’è chi lo fa attuando caratteristiche “adattive” e chi in netta contrapposizione “da vero e proprio guerriero”.
Ecco che “adattabilità e forza” (l’intelligenza le include entrambe!) iniziano a fare capolino verso la “via del successo”…
Chi non le possiede, NON PASSA SEMPLICEMENTE IL TAGLIO! (fatto salvo per chi si “imbosca” nell’ombra, e sopravvive “eludendo” i confronti! …ma fatico veramente tanto a considerare omertà e ipocrisia come “qualcosa di vincente sul medio e lungo termine”!)
CONCLUSIONI…
Direi quindi che “non siano certo le situazioni difficili a RENDERE FORTI”!!!! Anzi… per molti si tratta proprio di una disfatta se non della fine vera e propria.
Ma ecco la “magia” della visione Darwiniana:
“chi fa emergere del potenziale latente (CHE DEVE AVERE, NON LO PUO’ INVENTARE!) esprimendo o sviluppando le abilità necessarie ad affrontare e superare le avversità, ecco che va avanti“!
Non solo sopravvive, ma scopre di possedere “un tipo di FORZA” latente, che la difficoltà ha richiesto di esprimere per poter andare avanti!
In “digeribile”: “una pecora non può diventare un cavallo da corsa!!!!” CHIARO?!?
Questo concetto, al confine tra Friedrich e Charles, permette di smascherare ciarlatani, fuffari, guru e santoni vari!
Ma anche di rendere visibili (rimanendo in metafora) pecore e cavalli da corsa!
Le difficoltà NON RINFORZANO PROPRIO NULLA di per se… ma offrono “un limite, una barriera selettiva” in grado di “mostrare” chi ha le caratteristiche affini all’evoluzione o meno!
A qualcuno mancano i mezzi, a qualcuno la volontà…
Ai primi basta offrire i mezzi, o li trovano o creano da se!
Ai secondi, vanno tolte le scuse.
Solo per queste due vie è possibile AIUTARE VERAMENTE, aderendo alla via dell’EVOLUZIONE…
Ma chi manca di “potenziale”, oltre a mezzi e volontà, possiamo stare certi che “non rinforzerà proprio nulla”…
Col cazzo che “passeranno il taglio”… ne verrano FALCIATI!
Chi invece “veste i panni dell’imboscato”, quello che “elude le regole del gioco” pur di non affrontare la vita, furbescamente potrà soltanto sopravvivere “vendendo illusioni a suoi simili che sono disposti a comprarne”!
…spacciano “concetti frammentari” per oro colato e, posizionandosi semplicemente su di un piano superiore della catena alimentare, campano lucrando su quelli che ci credono e comprano spinti da quello!
Le difficoltà della vita “richiedono UN PREZZO DA PAGARE” per essere affrontate e superate… e chi non ha budget o “non vuole pagarlo”, di sicuro non si rafforza in nulla…
Un po’ come allenarsi con i “pesi in polistirolo” mascherati da ghisa… per certi versi, questa via, è esattamente quella “CHE BLOCCA IL POTENZIALE DI QUALCUNO che potrebbe SI diventare forte”, ma non lo fa per pigrizia, presunzione o arroganza.
Il prototipo perfetto di quell’individuo che “crede di poter sollevare 150 chili in panca”, ma essendosi chiuso in quella credenza, avendo comprato FUFFA sottoforma di pesi in polistirolo, al primo confronto reale “con la ghisa”, o non riesce nemmeno a spostare il bilanciere dai supporti, o ne finisce travolto e demolito!
“Ciò che non mi uccide mi rafforza, SOLO SE ho a budget quel che serve per affrontarlo e accetto il prezzo da pagare per farlo concretamente”.
– Sergio –